Un giorno al casino

Essendo italiana, paese in cui i casino non sono legali, non mi ero mai figurata la possibilità di visitarne uno, un giorno. A dirla tutta, non mi ero neanche mai interrogata sull’esistenza dei casino, insomma non mi interessava l’argomento, la mia vita andava avanti tranquillamente senza di essi. Per l’italiano medio casino significa Las Vegas, ossia Hollywood, nel senso che li vediamo solamente nei film e sono di solito sfondo a scene di omicidi, truffe, problemi di dipendenza o comunque qualcosa di nascosto che non va bene. Scelta, secondo me, facile da parte del regista che decide di opporre lo sfarzo ed i colori esagerati di Las Vegas alla tetra atmosfera del delitto. 

E fino a poco tempo fa, non avevo mai realizzato che in verità, in Italia, ci sono alcuni casino, sebbene siano davvero pochi e che, quindi, quella del casino fosse una realtà ben più vicina alla mia rispetto a ciò che mi ero sempre figurata. Stuzzicata la mia curiosità durante una conversazione con un amico che al casino c’era stato da poco, decisi che volevo provare ad andarci, per una volta. Trovare compagni di avventura mi risultò facile, evidentemente non ero la sola a voler provare l’ebbrezza del gioco d’azzardo, come tante volte avevo visto nei film. E così mi ritrovai ad organizzare un weekend al casino! 

Decidemmo per quello di Venezia, in modo da approfittare anche della città per una visita. Arrivati il venerdì pomeriggio, passammo il tempo a camminare tra i canali, che posto magnifico! Ma il vero fulcro della vacanza era la giornata di sabato, che avremmo interamente passato tra le mura del casino. Avevamo deciso in precedenza che saremmo entrati la mattina e che non ne saremmo usciti fino a mezzanotte, non so il perché di tale decisione, ma eravamo tutti stranamente d’accordo. Per la questione soldi, invece, avevamo deciso che ognuno avrebbe indipendentemente definito la propria soglia limite, ma tutti saremmo andati lì con i contanti nelle tasche e con il divieto di usare la carta di credito per continuare a giocare in caso di perdita totale. Insomma, volevamo evitare di diventare sciocchi sperperatori e, credo, avevamo pianificato il tutto in modo efficace. Però poi, non tutto è andato secondo i piani… non avevamo calcolato che ci sarebbero state offerte bevande alcoliche gratuite durante il nostro soggiorno al casino, e che giocare sarebbe stato così divertente da trovare difficile smettere una volta terminati i soldi, perché sì, al casino raramente si vince. E così, tre su quattro, fecero ricorso alla carta di credito quella sera, spendendo più del previsto, ma senza esagerare, in verità. Per quanto riguarda me, io ero riuscita ad attenermi al piano originale. …